Bari

Tap, la super-perizia promuove il progetto: "Giusto non applicare normativa Seveso"

(ansa)
La relazione commissionata dal gip di Lecce certifica la legittimità dell'iter autorizzativo del gasdotto in costruzione a Melendugno: i pm ora dovranno valutare come proseguire l'inchiesta che ha sequestrato un'area del cantiere
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"Non sono state trovate in Italia o in Europa strutture tecnologiche analoghe al terminale Prt di Tap, in cui sia stata applicata in qualche forma la Direttiva Seveso": la super-perizia sul gasdotto transadriatico certifica la legittimità dell'iter autorizzativo dell'infrastruttura in costruzione a Melendugno. La perizia è stata depositata alla gip di Lecce Cinzia Vergine, che l'aveva commissionata su richiesta della Procura al professori Fabrizio Bezzo, Davide Manca e Lionella Scazzosi.

Nel documento di 32 pagine i periti rispondono a 7 quesiti, posti dalla giudice con l'obiettivo di capire se - come ipotizzato dall'inchiesta in corso - il progetto del terminale di ricezione Tap avrebbe dovuto essere assoggettato alla Legge Seveso. Da chiarire, soprattutto, se il terminale potesse essere considerato unitamente a quello Snam, che sarà costruito in un'area attigua della località Masseria del Capitano.

La risposta sul punto sembra dare ancora una volta ragione alla multinazionale: i due terminali sono opere separate e, legittimamente, sono stati autorizzati al termine di due procedure distinte. I risultati di tale studio saranno ora analizzati dai pm che coordinano l'inchiesta (il procuratore della Repubblica, Leonardo Leone de Castris e la collega Valeria Farina Valaori), che prenderanno le loro decisioni. L'indagine, del resto, riguarda una serie di problemi e non solo l'applicabilità della Legge Seveso.

Nel registro degli indagati sono iscritti per truffa il country manager e l'ex legale rappresentante di Tap, Michele Mario Elia e Clara Risso, insieme al direttore del Dipartimento infrastrutture energetiche del Mise Gilberto Dialuce. Il project manager Tap, Gabriele Paolo Lanza, è invece indagato nel filone relativo al presunto inquinamento da metalli pesanti della falda sotto il cantiere di San Basilio, che pochi giorni fa, ha portato i carabinieri del Noe a effettuare perquisizioni e sequestri nelle sedi di Tap e del laboratorio che ha effettuato le analisi sulle acque.

Un terzo filone investigativo riguarda le modalità con cui sono stati espiantati 445 ulivi nella zona Le Paesane, il cui cantiere è parzialmente sotto sequestro da aprile. Al momento gli unici lavori in corso sono quelli di preparazione dell'area di Masseria del Capitano, dove sarà costruito il terminale di ricezione. Lavori che, probabilmente, subiranno una netta accelerazione dopo il deposito della perizia, che ne ha di fatto sancito la legittimità.