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Calenda: “Io candidato in tutte le circoscrizioni”

Comunali a Corleone, vince il centrodestra. Battuto il candidato 5S

Maurizio Pascucci (lapresse)
Si afferma l'ex deputato Nicolò Nicolosi, che doppia il pentastellato "ripudiato" Maurizio Pascucci
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CORLEONE - La notte dello scrutinio non arride al candidato grillino che aveva teso la mano ai familiari dei mafiosi. Maurizio Pascucci, ripudiato in extremis da Luigi Di Maio, chiude al secondo posto una competizione elettorale segnata proprio dai botti finali in casa 5 Stelle. Il sindaco di Corleone è Nicolò “Ciccio” Nicolosi, 76 anni, ex deputato che rappresentava una lista di centrodestra. Nicolosi ha avuto il 55,85% dei consensi:  3587 preferenze su 6423 voti validi. Maurizio Pascucci, si è fermato al 28,49%, 1830 preferenze. Il terzo candidato, Salvatore Antonino Saporito, a capo della lista Viviamo Corleone, ha ottenuto il 15,66%, pari a 1006 consensi. L'affluenza ieri si è attestata al 61,13 per cento.
 

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Nicolosi, che guidava la lista Nuova luce e che ha dunque doppiato il suo diretto avversario, ha un lungo passato da parlamentare regionale: è stato vicepresidente dell'Ars per la Dc e suvvessivamente ha ricoperto incarichi di giunta. Nel 2001 è stato eletto alla Camera con il centrodestra. E' già stato sindco del paese tra il 2002 e il 2007.

Corleone è tornata al voto dopo sei anni e mezzo, con un’attesa che è andata ben oltre i confini della cittadina dell’entroterra palermitano che ha dato i natali a Riina e Provenzano.  La precedente amministrazione di centrodestra, guidata da Lea Savona, era stata sciolta per mafia nell’agosto del 2016.

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Il Comune negli ultimi due anni è stato retto da tre commissarie prefettizie che hanno lanciato diversi segnali di legalità, facendo ripartire la riscossione dei tributi, accelerando l’assegnazione di beni confiscati e disponendo l’intitolazione della strada dove abita Ninetta Bagarella, vedova di Riina, al giudice Cesare Terranova che da Riina venne ucciso.
 
Ma i riflettori si sono accesi sul paese, e su una campagna elettorale in cui raramente è stata pronunciata la parola mafia, solo negli ultimi giorni. Quando Pascucci, il candidato dei 5 Stelle, ha aperto pubblicamente a un dialogo con i parenti dei mafiosi “per aiutarli in un percorso di recupero e di fuoriuscita dalla zona grigia” e ha postato una foto con un nipote del boss Bernardo Provenzano.

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In seguito a quest’iniziativa, il vicepremier Luigi Di Maio ha annullato il comizio previsto venerdì sera a Corleone, ha chiesto ai probiviri del movimento l’immediata espulsione di Pascucci e ha annunciato il ritiro del simbolo di M5S a chiunque venisse eletto. Il candidato sindaco ha deciso di andare avanti lo stesso e di sottoporsi al giudizio degli elettori. Che l’hanno bocciato. A spoglio ancora in corso, Pascucci parla già da sconfitto: “Il comizio di Di Maio, anche se ci fosse stato, non avrebbe influito sul risultato. In ogni caso, ho chiesto un incontro al leader del movimento per capire – dice - se c’è la possibilità di non essere espulso. Non penso di meritare questo provvedimento”.

Contemporeneamente si sono svolte le elezioni a Palazzo Adriano, il Comune sciolto per mafia nel quale si è votato ieri, come a Corleone, dopo due anni di commissariamento. E' Nicolò Granà il nuovo sindaco di Palazzo Adriano: alla testa della lista SìAmo Palazzo Adriano, ha ottenuto 867 voti su 1351, contro i 481 di Giuseppe Alessi, che guidava la lista Noi ci mettiamo la faccia.