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Berlusconi, la Corte Europea di Strasburgo chiude il caso ricorso: "Nessuna circostanza che riguarda i diritti umani"

Il leader di Forza Italia aveva chiesto di chiudere il caso senza arrivare alla sentenza

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STRASBURGO - Caso archiviato. Non si saprà mai se obbligando Silvio Berlusconi a lasciare il suo seggio in Senato nel 2013, e impedendogli di presentarsi come candidato alle elezioni, comprese quelle dello scorso 4 marzo, in base a quanto previsto dalla legge Severino, l'Italia abbia violato o no i suoi diritti. Come chiesto dal leader di Forza Italia la Corte europea dei diritti umani ha deciso di chiudere il suo ricorso contro il modo in cui gli è stata applicata la legge Severino, senza una sentenza. Quindi senza dire se i diritti dell'ex premier sono stati violati o no.

Per la Corte, "non ci sono le condizioni per continuare il procedimento" ritenendo che "non vi sia alcuna circostanza speciale riguardante il rispetto dei diritti dell'uomo". Nella breve decisione della 'Grand Chambre' della Corte di Strasburgo, presieduta dalla tedesca Angelika Nussberger, i giudici ricordano che il 27 luglio del 2018, Berlusconi aveva informato la Corte della sua intenzione di non persistere nel ricorso e aveva egli stesso chiesto che il ricorso venisse cancellato dal ruolo. In quell'occasione, Berlusconi aveva messo in evidenza che, data la sua riabilitazione in Italia, un'eventuale sentenza della Corte di Strasburgo non avrebbe avuto "alcun effetto utile" essendo già venuta meno la sua incandidabilità e non potendosi stabilire "alcun risarcimento adeguato" per la perdita del mandato di senatore.

E arriva la reazione di Berlusconi. Tramite una nota dei suoi avvocati: "Ovviamente, così come riconosciuto quest'oggi dalla stessa Corte, non vi era più necessità di proseguire nel ricorso essendo ritornato il Presidente Berlusconi nella pienezza dei propri diritti politici. Una condanna dell'Italia avrebbe altresì comportato ulteriori tensioni nella già più che complessa vita del paese, circostanza che il Presidente Berlusconi ha inteso assolutamente evitare".
 
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