Napoli

Catturato boss tra i più pericolosi d'Italia: nel rifugio sauna e "pizzini"

I carabinieri hanno arrestato Antonio Orlando, ritenuto il reggente degli "Orlando - Nuvoletta - Polverino", clan dell'hinterland a Nord di Napoli. Salvini: "Anche per lui è finita la pacchia"
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C'erano una doccia solare, una sauna e anche un tapis roulant nell'appartamento di Mugnano (Napoli) dove stamattina è stato arrestato Antonio Orlando, 60enne, ritenuto il reggente del clan camorristico degli "Orlando-Nuvoletta-Polverino", nato dalla 'federazione' di tre gruppi tra i più potenti nell'hinterland a Nord del capoluogo campano, decimato dagli arresti.

E c'era anche altro, quello che lui, prima dell'arrivo dei carabinieri, ha provato ad incendiare. Vale a dire documentazione epistolare, forse anche pizzini e documenti d'identità.

Nella casa di una palazzina di tre piani, infatti, Orlando ha provato a distruggere una carta d'identità con la sua foto ma con un altro nome, oltre ad codice fiscale e ad una tessera universitaria. Si è arreso subito, senza opporre resistenza o tenare la fuga. Anzi, come riferito in conferenza stampa dal comandante provinciale dei Carabinieri, Ubaldo del Monaco, "ha alzato le mani in segno di resa".

Napoli, catturato il boss Orlando: era tra i latitanti più pericolosi d'Italia

Latitante da 15 anni, Orlando era inserito nell'elenco dei ricercati più pericolosi d'Italia. I  militari gli hanno notificato due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso emesse dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

A Mugnano il boss si era rifugiato da pochi giorni ed era in procinto di cambiare nuovamente nascondiglio. Antonio "o mazzolino", come è  soprannominato, da 15 anni non dava molti appigli agli investigatori.

Ha gestito e organizzato una latitanza 'dorata' grazie alla capacità economica che ha accumulato negli anni: traffici di droga con un canale privilegiato dal Marocco, da dove arrivano tonnellate di hashish di alta qualità con il marchio 'iphone', e riciclaggio di ingenti quantità di denaro.A raccontare l'ascesa del clan Orlando dagli anni 90 fino al 2010, quando sono diventati i 'padroni' dell'area nord di Napoli, è il pentito Roberto Perrone, che negli anni ha gestito il traffico di droga proveniente dalla Spagna, con i Nuvoletta prima e con i Polverino poi.

In un verbale datato 4 aprile 2016, il killer fidato di 'Peppe 'o baronè racconta agli inquirenti, per la prima volta, di come gli Orlando furono costretti alla fine degli anni 90 a scegliere tra i Nuvoletta, con cui erano legati da vincoli di parentela, e i Polverino il cui potere era in evidente ascesa. Il gruppo degli Orlando era legato sia alla famiglia Nuvoletta, per rapporti familiari, sia al gruppo Polverino.

In una prima fase, fino agli anni '90, il gruppo Orlando operava criminalmente sia nel settore dell'hashish che nelle estorsioni ed anche per gli omicidi. Dopo gli anni '90, il gruppo Orlando fu costretto a fare una scelta, come gia' raccontato, perchè sorsero dei contrasti tra Polverino e Nuvoletta per uno schiaffo che Peppe Polverino detto Barone diede a Nuovoletta Antonio o Lepre, questo determinò una scissione tra i Nuvoletta e i Polverino , rispetto ai quali gli Orlando dovevano prendere una decisione e su indicazione di Armando Orlando detto Tamarro, cugino dell'odierno latitante, si schierarono dal lato dei Polverino".

Alla fine degli anni 90 quindi gli Orlando scelgono di appoggiare Peppe Polverino e vengono riconosciuti dal capo clan come un gruppo autonomo, che continuerà ad occuparsi dello spaccio di hashish a Marano, Quarto e Calvizzano. Da spacciatori di ultimo livello entrarono nel cerchio del potere fino all'arresto di Giuseppe Polverino in Spagna, il 9 marzo 2012. A quel punto scelsero di "girarsi con i Nuvoletta" e riuscirono a prendersi tutta Marano: era il 2005 e Antonio "o mazzolinò scappava già da tre anni.

• SALVINI
"Anche per lui la pacchia è finita. Grazie alle Forze dell'Ordine e agli investigatori: ci fanno cominciare bene la giornata e ci fanno essere ancora di più orgogliosi di loro". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando l'arresto, avvenuto poche ore fa, di Antonio Orlando, 60 anni, ritenuto il boss del clan "Orlando-Nuvoletta-Polverino" di Napoli. Orlando era latitante da 15 anni ed era inserito nell'elenco dei ricercati tra i più pericolosi d'Italia.