Politica

Grillisti per caso

(ansa)
Marziani / Quando si usa l'identica retorica dei Cinque stelle
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I guai del padre di Di Maio, che berciava insieme alla sua claque per i problemi giudiziari dei parenti di politici avversari, rappresentano un’occasione di rivincita e giubilo per chiunque abbia sempre trovato nel giacobinismo grillino una robusta spina dorsale di malafede autoriferita.

Questo al bar. Se invece fai politica, se devi marcare una differenza, se la cianci da anni con l’hashtag #altracosa, dovresti cogliere non tanto l’obbligo, non tanto l’opportunità, quanto il vantaggio pratico di dimostrare un approccio differente.

Invece no.
Invece il web pullula di video realizzati da oscuri deputati del Pd (con una tecnica che ricorda quella dell’Isis quando ancora non sapevano usare Final Cut) che ambiscono a inchiodare la micragna del vicepremier, i suoi balbettii a scaricabarile, la patente opacità che ne ispira le reazioni alla malaparata. Con la stessa identica retorica a Cinque Stelle.

Peggio: l’inciampo dimaiesco, che agli occhi dei suoi non eroderà più consensi di quanto già non stia facendo Salvini, che se ne mangia la base dirottandola stabilmente a destra, viene utilizzato per coprire la salma di un partito immobile, ancora inchiodato ai due recenti esiti elettorali, che da tre anni procede alla disperata ricerca di elementi autoassolutori negli inciampi o nelle derive autoritarie altrui.
Di più: se si chiede al Pd di giocarsela sui contenuti, su un modello di Paese alternativo, sui singoli provvedimenti, la risposta che arriva è quasi sempre «se ne è parlato alla Leopolda». Cioè, al momento, nella ridotta privata di un valente politico che non risulta essere segretario del Partito di cui comunque mantiene la golden share.

Alla sindrome di accerchiamento Cinque Stelle se ne contrappone una uguale e contraria, fatta di sassolini nelle scarpe, meme irridenti, hashtag aggressivi, in un’elaborazione del lutto accidentata e infelice per cui, ad esempio, i colpevoli della dissoluzione sono quelli che la paventavano. Un po’ come prendersela con chi ti dice che vai a sbattere dopo che hai sbattuto.

Un partito con le ganasce alle ruote come l’attuale Pd difficilmente potrà invertire una rotta politica a brevissimo, anche se l’implosione del governo, e l’emergere di un nemico unico nella Lega, potrebbe dargli una mano a recuperare un filo di centralità. Ma in attesa di capire il “cosa”, potrebbe almeno cambiare il “come”. Qualcuno diceva che il mezzo è messaggio. Forse non sempre. Di certo lo contamina. E se parli grillino, alla fine diventi grillino. Lo diventa la tua base. Distruggi un patrimonio culturale, prima che politico.

E tutto, per sovrammercato, senza guadagnarci neppure un voto.
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