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Il decreto Sicurezza è legge. Pd: "Crea invisibili". E i deputati dem indossano maschere bianche

I deputati dem indossano maschere bianche 
La Camera approva in via definitiva il decreto con 396 sì, 99 no. La protesta del Partito democratico per rappresentare quell' "esercito senza nome né volto" creato con il provvedimento voluto dal ministro dell'Interno. Quattordici 5S non hanno partecipato al voto, 22 in missione. Conte: "Realizzato pezzo di contratto"
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L'Aula della Camera approva in via definitiva il decreto sicurezza. Dopo aver incassato il voto di fiducia ieri, oggi il provvedimento passa a Montecitorio in via definitiva con 396 sì, 99 no. Il testo è ora legge. Hanno votato a favore, oltre a M5s e Lega, anche FdI e Forza Italia. Sono 14 i deputati M5s che non hanno partecipato al voto finale sul decreto Sicurezza.

Sono invece 22 i deputati pentastellati che risultano in missione e, quindi, sono 'assenti giustificati'. In totale gli assenti non giustificati M5S sarebbero 7-8. Tra questi anche Veronica Giannone, che non ha partecipato al voto per scelta. "Un altro pezzo del contratto di governo è stato realizzato - ha twittato il premier Giuseppe Conte - abbiamo assunto precisi impegni di fronte agli italiani e continueremo a rispettarli".


Al momento della proclamazione del voto, dai banchi della maggioranza, in particolare da quelli della Lega, è arrivato un 'boato' di soddisfazione.

M5S ricambia cortesia a Lega

Stessa immagine, ma invertita. Dopo il via libera finale al decreto Sicurezza da parte dell'Aula della Camera, i deputati della Lega si lasciano andare a un 'boato' di gioia per la soddisfazione. Nessun applauso, invece, da parte degli alleati di governo del Movimento 5 stelle. Fotografia rovesciata, appunto, rispetto a quella scattata al momento del via libera - non definitivo - della Camera al ddl Anticorruzione.
 

In quell'occasione erano stati i 5 stelle ad applaudire per la soddisfazione, di fronte al gelo della Lega. E sempre come un effetto 'specchio' a parti invertite, in Aula sono presenti i big leghisti, con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti seduti ai banchi del governo, e per i 5 stelle il ministro Riccardo Fraccaro. Per il ddl Anticorruzione mancava Salvini, c'erano invece Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede. "Sono contento, è una giornata memorabile. Sono felice e soddisfatto" ha detto il leader della Lega lasciando Montecitorio.

SCHEDA. IL DL SICUREZZA IN PUNTI

Il provvedimento non è stato modificato rispetto al testo votato dal senato e interviene sulle norme relative a protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica, sulla funzionalità del ministero dell'interno e dell'agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (è prevista anche delega al governo per il riordino del personale della polizia e delle forze armate.

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Durante la dichiarazione di voto, i deputati del Pd avevano indossato delle maschere bianche sul volto, dopo che Graziano Delrio terminava la sua dichiarazione di voto. Il capogruppo dem a Montecitorio aveva detto: "Con questo provvedimento state creando degli invisibili senza volto".

Il presidente di turno, Fabio Rampelli, aveva subito ripreso i deputati Pd, chiedendo ai commessi di ritirare le maschere: "La Camera dei deputati non è avanspettacolo" aveva stigmatizzato.


La legge varata dal parlamento modifica, tra l'altro, le norme che regolano la presenza dei migranti nel paese e abroga così il permesso di soggiorno per motivi umanitari (restano tuttavia alcuni permessi speciali per vittime di violenza o di grave sfruttamento, condizioni di salute di eccezionale gravità, situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine).

Viene peraltro previsto il permesso di soggiorno per atti di particolare valore civile. Il provvedimento aumenta, quindi, il numero dei reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego e la revoca della protezione internazionale.

I 5S che non hanno partecipato al voto

I deputati M5s, in tutto 14, che non hanno partecipato al voto finale sul decreto Sicurezza sono: Barzotti Valentina, Businarolo Francesca, Cappellani Santi, Carinelli Paola, Cunial Sara, Daga Federica, Ehm Yana Chiarra, Gallo Luigi, Giannone Veronica, Penna Leonardo Salvatore, Ricciardi Riccardo, Sarli Doriana, Sportello Gilda e Vizzini Gloria.

Di questi, 8 (Barzotti, Cappellani, Ehm Yana, Giannone, Ricciardi, Sarli, Sportiello e Vizzini) sono tra i 19 firmatari della lettera inviata al capogruppo Francesco D'Uva, nella quale esprimevano diversi dubbi e perplessità verso alcune norme del decreto, chiedendone la modifica.
 
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