Roma

Roma, corteo antirazzista da piazza della Repubblica a San Giovanni. Applausi per Mimì Lucano. Muore etiope per un malore

Domenico Lucano, sindaco di Riace sospeso, in piazza della Repubblica per il corteo nazionale contro il razzismo e il decreto sicurezza (ansa)
In marcia contro il ddl Salvini. La denuncia di Sinistra Italiana: "Bus fermati alle porte di Roma, manifestanti perquisiti e schedati"
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ROMA. Applausi e cori "Mimmo siamo tutti con te" all'arrivo in piazza della Repubblica di Mimì Lucano, il sindaco di Riace sospeso, che ha marciato con i manifestanti del corteo nazionale di Roma contro il razzismo e il decreto sicurezza targato Salvini. "C'è tanta emozione perché ci sono tante persone, non immaginavo fosse così" ha detto Lucano dietro a uno striscione con su scritto 'Riace non si arresta'. "Io mi considero uno dei tanti qua. Non possiamo rassegnarci alla deriva di una società delle barbarie, disuguaglianze e discriminazioni . Non ci piegheranno" ha aggiunto "non farò un passo indietro anche sono non più sindaco è la voglia di esserci".
Il corteo ha avuto un momento tragico: un uomo che manifestava, dopo aver avuto un malore, è morto. Si tratta di un cittadino etiope di circa 55 anni, il quale, ha avuto un malore nei pressi di piazza Esquilino ed è morto dopo essere stato soccorso e trasportato in ospedale. Era in possesso di un regolare permesso di soggiorno ed era in piazza per manifestare il suo sostegno.

Domenico Lucano, sindaco di Riace sospeso, in piazza della Repubblica, a Roma (ansa)
Oltre 100 mila, secondo gli organizzatori, le persone che hanno partecipato al al corteo contro le politiche migratorie contenute nel decreto sicurezza e contro il razzismo: 480 le organizzazioni che hanno partecipato, tra sigle sindacali, movimenti per il diritto all’abitare, migranti del centro Baobab e centri sociali anche di altre città. Nella Capitale per la manifestazione sono arrivati circa 100 pullman provenienti da tutto il territorio nazionale. 

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Il corteo è partito da piazza della Repubblica e si è concluso a piazza di Porta San Giovanni. I partecipanti hanno sfilato su viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. Bonifiche e rimozioni di veicoli e cassonetti sono scattati lungo tutto il percorso della manifestazione. Chiuse momentaneamente strade al passaggio del corteo.
Gli organizzatori hanno denunciato controlli ai caselli autostradali che avrebbero fatto ritardare i pullman con controlli della polizia persino sulle scritte sugli striscioni. "C'è stato segnalato - denuncia la segreteria nazionale di Sinistra italiana - che decine di bus sono stati fermati alle porte di Roma dalle forze dell'ordine che hanno perquisito e schedato le persone intenzionate a partecipare alla manifestazione contro il decreto Salvini. Ci chiediamo se questa possa essere considerata una normale e comunque inaccettabile prassi o se si debba piuttosto pensare ad una vera pratica intimidatoria".
I pullman fermati 
La manifestazione però ha passato le vie pacifica e coloratissima, piena di bambini, e di donne, uomini, migranti, gente di tutte le età e anche di moltissimi cani con fiocchi rossi e fazzoletti da rivoluzionari. Tantissimi gli slogan intonati, come "Contro l'ondata neofascista unità solidale antirazzista" e "Contro il decreto razzista e criminale unità solidale". E altrettanti i balli e i canti che hanno inondato la piazza san Giovanni, anche con tamburi in una festa che ha rischiariato gli animi e fatto sorridere molte persone. Come Marco, che girava con il suo cane con il fazzoletto che aveva l'immagine di Che Guevara stampata sopra e chiedeva a tutti di "non dimenticate come vi sentite, sarebbe la cosa peggiore: ricordate, ricordate sempre che siamo tutti uguali, tutti fratelli".

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Una donna prende in mano un megafono: "Salvini e i fascioleghisti" urla "e i suoi compagnucci non riusciranno a fermare l'umanità che cerca una vita differente". I suoi amici l'applaudono e anche due signore che passano di lì: hanno un foulard al collo e la gonna di lana, ma non stonano in mezzo a quel gruppo di eskimo e giacche casual: "Siamo tutti uguali, hanno ragione: tutti cerchiamo una vita differente, una vita che valga la pena di essere vissuta" dice una di loro. "E se i miei vicino non possono viverla, questa vita, se muoiono di fame o vengono perseguitati, come posso viverla io? Come posso voltarmi dall'altra parte?".