Roma

Morte Desirée Mariottini, il pusher italiano resta in carcere. Da Foggia Salia dice: "Le avevo detto di venire via con me"

(ansa)
Convalidato il fermo di Marco Mancini, 36 anni, accusato di aver ceduto stupefacenti al gruppo di frequentatori dello stabile abbandonato di San Lorenzo. L'uomo arrestato in Puglia: "Abbiamo avuto un rapporto consensuale, poi sono andato via. Quando ho saputo che era morta ho pianto"
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Convalida del fermo e ordinanza di custodia cautelare in carcere per il pusher di 36 anni Marco Mancini, fermato dalla polizia lo scorso fine settimana perché accusato di aver ceduto droga al gruppo di frequentatori dello stabile abbandonato di via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo e anche alla 16enne Desiree Mariottini, la giovane di Cisterna di Latina poi trovata morta nel palazzo tra il 18 e il 19 ottobre.

Lo ha deciso il gip Maria Paola Tomaselli al termine dell'interrogatorio di convalida tenutosi nel carcere di Regina Coeli. Il gip ha fatto cadere l'aggravante della cessione di sostanza stupefacente ad un minore. Mancini, dunque, risponde di detenzione e cessione di sostanza stupefacente.

L'uomo ha voluto chiarire la sua posizione: "Io non ero lì quella notte, non ho dato droga a Desirée". Intanto si è tenuta l'udienza del Riesame per valutare la richiesta di scarcerazione di uno dei quattro africani accusati di aver violentato e ucciso la sedicenne di Cisterna di Latina, il senegalese Mamadou Gara: i giudici si sono riservati.

Da Foggia il quarto uomo dice: "Ho avuto rapporto con lei, le avevo chiesto di venire via con me"

Si è dichiarato completamente estraneo alle accuse Yusif Salia, il ghanese di 32 anni, il quarto uomo arrestato in Puglia per la morte di Desirée. Salia è stato sentito dal gip del Tribunale di Foggia, Carmine Corvino, che lo ha sentito su rogatoria del gip di Roma, Paola Tomasselli. L'uomo aveva conosciuto la sedicenne qualche giorno prima della sua morte, presentata da un'amica. La sera dei fatti - ha raccontato Salia - aveva avuto con lei un rapporto sessuale consensuale e non sapeva che fosse minorenne.

Poi - secondo quanto raccontato al gip - aveva chiesto alla ragazza di andare via con lui perché doveva partire per Frosinone ma lei aveva risposto di essere troppo stanca. Subito dopo Salia - sempre stando al racconto fatto al magistrato con l'aiuto di un interprete - era andato via da Roma per un giorno intero recandosi a Frosinone. Quando è tornato nella Capitale ha appreso che la ragazza era morta e ha pianto. Inoltre Salia ha aggiunto di non conoscere le altre persone che sono state arrestate. La sua difesa ha annunciato un doppio ricorso al tribunale delle Libertà, per l'omicidio e anche per la detenzione di droga.

Il giorno dell'arresto, avvenuto nel ghetto di Borgo Mezzanone, il ghanese è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti e ha negato che fossero suoi.