Napoli

Concorso Nasa, scoppia un caso. Il Politecnico di Torino: "Gara aperta". I ragazzi del Righi di Napoli: "Noi al secondo posto, mai detto di essere in finale".

Gli studenti del Righi 
Il ministero frena sulla partecipazione a "Zero Robotics", il torneo organizzato dal Mit di Boston. In campo altri istituti dal Piemonte alla Sicilia. L'istituto napoletano: i nostri studenti in finale per cinque volte, ma solo una volta sono riusciti a racimolare i soldi per volare negli Usa
2 minuti di lettura
Da cinque anni gli studenti dell’istituto tecnico industriale Righi di Napoli arrivano in finale alla competizione internazionale di robotica aerospaziale ideata dal Massachusetts Institute of Technology di Boston in collaborazione con la Nasa. E solo una volta sono riusciti a racimolare i soldi per volare a Boston nel giorno del rush finale. Ma sulla partecipazione a "Zero Robotics", il torneo di robotica aerospaziale organizzato dal Mit di Boston, scoppia un caso, dopo i numerosi articoli usciti in questi giornali su giornali e siti nazionali e programmi in tv e radio.

"I vincitori non sono stati ancora decretati e la finale per le squadre europee si svolgerà ad Alicante in Spagna e non al Mit di Boston", precisa il Politecnico di Torino, coordinatore del torneo europeo, in merito alla gara di solidarietà per far partecipare gli studenti del Righi alla finale. Il tecnico "Da Vinci" di Trapani fa sapere che ha chiuso al primo posto la fase intermedia, su 148 squadre di tutto il mondo. E dunque i colleghi napoletani si sono spinti troppo oltre sull'esito della competizione.

Ma quest’anno il team di studenti del Righi ha messo le mani avanti. Sottolineando, nel corso di una manifestazione pubblica, che dati i lusinghieri risultati che al momento li vedono al secondo posto in una graduatoria che sarà definitiva solo a dicembre, la possibilità di essere tra i quattordici team finalisti è molto concreta. «Ma non ci sono i soldi per andare a Boston» ha detto uno degli studenti del gruppo, Davide Di Pierro.

Un allarme che ha spinto istituzioni e privati a mobilitarsi. Persino la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, li ha chiamati a Roma, 24 ore fa. Il ministero frena. Già ieri ha chiesto chiarimenti, inducendo il sospetto che i ragazzi avessero barato raccontando d’essere giunti secondi nella sfida internazionale. Gli studenti e la scuola, con la dirigente Vittoria Rinaldi, hanno in realtà sempre affermato di essere «attualmente al secondo posto». «E non avremmo potuto dire altrimenti, visto che la sfida è ancora in corso» puntualizza il professore Salvatore Pelella, uno dei docenti che supportano il team. "Qualcuno ha scritto cose imprecise e poi si è scatenato un meccanismo frenetico", dice la preside Rinaldi. "Resta il fatto che i nostri ragazzi sono in una posizione di classifica, che li rende sicuri al 90 per cento di andare in finale, come del resto è avvenuto negli ultimi quattro anni, e che il loro sogno è di poterla disputare in un luogo simbolo come il Mit di Boston, anzichè ad Alicante".

Il secondo posto di cui si è parlato in questi giorni è il risultato provvisorio di una sfida complessa, che si dipana ora dopo ora: ogni sera i ragazzi inviano al Mit il codice elaborato in giornata, il Mit lo mette alla prova, con una simulazione, e restituisce un punteggio. Le migliori 10 simulazioni di ogni team conducono alla classifica finale, prevista a dicembre. Poi, a gennaio, la finale. Alla quale si può assistere o andando a Boston, ed incontrando gli esperti, gli astronauti, i cervelloni della Nasa, o accontentandosi di una sede europea scelta di volta in volta in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, e quest’anno tocca ad Alicante, in Spagna. Ma gli studenti del Righi puntano in alto, e sognano di essere a Boston per la fase finale della gara.