Bari

Gasdotto, perquisite le sedi Tap: sequestrata documentazione ambientale. Tre indagati

I carabinieri del Noe al lavoro negli uffici di Lecce, Roma, Milano e Padova: prelevati tutti i rapporti di prova dal 2017 ad oggi. Tra gli indagati il country manager Michele Elia. L'azienda: "Massima collaborazione"
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Perquisizioni nelle sedi della multinazionale Tap, che sta costruendo a Melendugno in Salento, l'approdo del gasdotto che porterà in Europa il gas dell'Azerbaijan. Perquisito anche il laboratorio di analisi "SGS Italia spa" di Villafranca Padovana, in cui sono state effettuate le analisi delle acque di falda sotto il cantiere di San Basilio.

E' lì che sono state riscontrate presenze di nichel, cromo esavalente, vanadio, arsenico e manganese oltre i limiti consentiti, che hanno indotto il sindaco di Melendugno, Marco Potì, attivo sul fronte No Tap, a vietare fin dal 24 luglio l'emungimento di acqua dai pozzi e dalla falda e i lavori nel cantiere. Da quell'ordinanza è nata un'inchiesta della Procura di Lecce - coordinata dal procuratore della Repubblica Leonardo Leone de Castris e dalla pm Valeria Farina Valaori - che il 15 novembre ha portato ad effettuare sequestri e perquisizioni.

I carabinieri del Noe hanno fatto visita alle sedi Tap di Roma, Lecce e Melendugno nonché al laboratorio a cui la società ha delegato le analisi, che ha posto a corredo della documentazione utilizzata per dimostrare che l'inquinamento a metalli pesanti nel cantiere non è stato determinato dai lavori in corso.

Sono stati sequestrati tutti i rapporti di prova dal 2017 ad oggi. In questo filone investigativo sull'inquinamento della falda risultano indagati il country manager Italia di Tap e l'ex amministratore legale, Michele Mario Elia e Clara Risso nonché il project manager Italia, Gabriele Paolo Lanza.

L'inchiesta, in realtà, è molto più ampia e riguarda le ipotesi di truffa e una serie di violazioni urbanistiche. Il fulcro centrale è quello relativo alla presunta violazione della Legge Seveso, a causa della mancata applicazione di tale norma al progetto del terminale di ricezione, attualmente in costruzione nella zona di Masseria del Capitano.

L'ipotesi investigativa è che il terminale debba essere considerato insieme all'attiguo terminale Snam (che dovrà essere costruito) e dunque doveva essere sottoposto alla Seveso. La terza tranche dell'inchiesta riguarda reati ambientali nella parte del cantiere denominata "Le paesane", in cui sono stati espiantati 445 ulivi per far posto alla trincea del gasdotto.

Fonti dell'azienda, intanto, affermano che Tap "sta assicurando la massima collaborazione alle autorità" nell'ambito dell'inchiesta. "Continueranno su questa strada nel proseguimento delle indagini nella convinzione che esse non potranno che dimostrare l'assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato".

E mentre il comitato No Tap chiede di bloccare il cantiere fino alla fine delle inchieste, la ministra per il Sud, Barbara Lezzi invoca "chiarezza". "Noi il Tap non l'abbiamo voluto né imposto, ce la siamo trovato, ma sicuramente non daremo agevolazioni. Quando abbiamo incontrato il sindaco di Melendugno - conclude - abbiamo promesso, anche grazie e attraverso il premier Conte, che non ci sarebbero stati decreti salva Tap".