Torino

Molinari e Cota: i due leghisti eccellenti piemontesi "aiutati" dallo stop sull'anticorruzione

Il capogruppo alla Camera condannato in appello a 11 mesi, l'ex presidente della regione a un anno e sette mesi

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Ci sono due nomi eccellenti tra i leghisti piemontesi che potrebbero beneficiare dello stop all'emendamento pentastellato presentato alla Camera in materia di peculato sulla legge anticorruzione. Si tratta dell'attuale capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, e dell'ex presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.

Riccardo Molinari, assolto in primo grado e condannato in appello a 11 mesi, è stato riconosciuto colpevole di peculato per un importo complessivo di 1.158 euro: una somma in fondo abbastanza contenuta, riguardante perlopiù spese per alberghi e cene sostenute e rimborsate nella legislatura 2010-2014. Per lui la Corte ha anche disposto l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, sospendendola per 12 mesi in attesa della sentenza definitiva. Alessandrino, 35 anni, avvocato, Molinari è stato vicepresidente del Consiglio regionale, poi assessore regionale e quindi assessore comunale di Alessandria.
 
L’ex presidente del Piemonte, Roberto Cota, anche lui giudicato innocente nel processo di primo grado, è stato condannato in appello a un anno e sette mesi nell’ambito del processo sulla Rimborsopoli piemontese. Interdetto per 5 anni dai pubblici uffici, è stato ritenuto responsabile di peculato per 25 mila euro; tra le spese a lui contestate, anche il rimborso per l'acquisto di un paio di boxer divenuto in qualche modo l'icona del processo per le cosiddette "mutande verdi". Anche lui è in attesa di sentenza definitiva. Novarese, cinquant'anni, avvocato, Cota è stato anche segretario della Lega Nord Piemonte, presidente del Consiglio regionale e deputato.