Genova

Rixi e Bruzzone, i due leghisti liguri "salvati" dall'emendamento all'anticorruzione sul peculato

Il vice ministro alle Infrastrutture e il senatore della Repubblica sono a processo a Genova, sulle spese "pazze"

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Chi potrebbe salvarsi grazie all'emendamento al disegno di legge anticorruzione passato ieri alla Camera? Tra coloro su cui pende la mannaia della giustizia, ci sono il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi e l'ex presidente del Consiglio Regionale Ligure Francesco Bruzzone, ora senatore della Repubblica. I due politici leghisti sono a processo a Genova sulle spese "pazze", sui rimborsi elettorali del trienno 2010-2012 che dovevano essere utilizzati per scopi istituzionali o per il funzionamento del gruppo consiliare.

Per il pm Francesco Pinto, invece, li avrebbero utilizzati a scopo personale, tanto da essere imputati di peculato.
Bruzzone è chiamato a giustificare le cene coi cacciatori di Stella (il paese natio di Sandro Pertini), i pedaggi autostradali tra casa sua (a Stella Santa Giustina) e Genova. Rixi le numerose birre acquistate al raduno della Lega Nord a Pontida, gli inspiegabili quindici scontrini di fila emessi in uno stesso giorno dal Caffè dell'Angolo di Mondovì, i 1774 euro spesi nella pelletteria di lusso a Tolentino, agli acquisti al " Chocolate Town" all'Outlet di Serravalle.

Se dovesse essere accolta la richiesta della Procura - tre anni e 4 mesi per Rixi, due anni e tre mesi per Bruzzone - essendo la pena superare i due anni, per la Legge Severino il viceministro e il senatore andrebbero incontro alla decadenza. Adesso, però, la bocciatura del decreto legge anticorruzione cancella con un colpo di spugna il peculato.