Economia

Anche l’ex compagno può diventare papà adottivo: la decisione del Tribunale di Brescia

I giudici hanno disposto l'adozione di due gemelli da parte del precedente convivente della madre, chiarendo che genitore non è soltanto chi concepisce il figlio ma chi si comporta effettivamente come tale

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Una mamma, successivamente alla conclusione di una convivenza da cui era nata una figlia, ha avuto da un’altra relazione due gemelli, non riconosciuti dal loro papà biologico. I due bambini, oggi tredicenni, sin dalla nascita hanno passato parte del loro tempo con il padre della sorella, che si è comportato per tanti anni come il loro papà, pur non essendolo biologicamente.

Nel 2017 il papà “sociale” - l’uomo che ha contribuito alla crescita dei due, senza avere con loro alcun legame biologico - con l’accordo della mamma e l’approvazione della figlia maggiore ha chiesto al Tribunale per i minorenni di Brescia di poter adottare i due gemelli, proprio in ragione del rapporto che si era creato con loro e tra loro e i suoi parenti, così da tutelare, anche giuridicamente, quella particolare “famiglia allargata”.

Dopo aver fatto tutti gli approfondimenti previsti - ascolto dei gemelli e della sorella maggiore, indagini tramite i Servizi Sociali, ascolto della mamma - i Giudici bresciani hanno disposto l’adozione dei due gemelli da parte del papà “sociale”, da oggi genitore a tutti gli effetti dei due pur senza averli concepiti.

Il Tribunale ha utilizzato l’istituto che prende il nome di “adozione in casi particolari” (previsto dalla Legge 184/1983) utilizzato anche per le coppie arcobaleno e che i media chiamano, erroneamente, “stepchild adoption” (che in realtà ha tutt’altri presupposti).

I giudici hanno infatti chiarito che nel nostro ordinamento ormai non esiste un modello unico di famiglia, ma tanti modi di “essere famiglia”, e hanno ribadito che il genitore non è per forza chi ha generato il figlio, ma colui che effettivamente si comporta come tale, se ne prende cura, ed è legato a lui da una relazione affettiva consolidata; solo facendo il concreto interesse del singolo minore coinvolto, infatti, è possibile interpretare le leggi esistenti in modo conforme alla nostra Costituzione e alle numerose convenzioni internazionali.

L’interesse del minore non è un concetto astratto - connesso al solo dato biologico - né si realizza solo compulsando i certificati anagrafici. Ciò conta è la relazione, l’affetto, la situazione di ogni bambino o adolescente. A Brescia, dunque, questa davvero particolare famiglia allargata ha trovato il suo riconoscimento. Parafrasando Forrest Gump: “genitore lo è chi il genitore lo fa”.

* Avvocato del Comitato Scientifico de Il Familiaristaportale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di Giuffrè Francis Lefebvre