Palermo

Traffico di cocaina tra la Sicilia e la Calabria, 16 arresti

I pusher, commercianti ambulanti, facevano arrivare la droga fino a Lampedusa. A Palermo intercettato pacco con 6 chili di hashish

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La droga veniva nascosta tra i vestiti da vendere poi nei mercatini rionali. Cocaina e hashish, divise in piccole confezioni caricate sui camion che dalla Calabria arrivavano in Sicilia. Sedici gli arresti per traffico e spaccio di droga, di cui dieci palermitani, che la squadra mobile di Palermo di Rodolfo Ruperti e quelle di Agrigento, Reggio Calabria e Siracusa stanno eseguendo dall'alba. Le misure sono state emesse dal gip del tribunale di Palermo. A capo dell'organizzazione c'erano i due fratelli Giuseppe e Salvatore Bronte, del Villaggio Santa Rosalia. Hanno precedenti per droga e un loro parente è stato arrestato, in passato, per associazione mafiosa.

Gli ambulanti, alcuni di lungo corso, erano diventati anche corrieri e avevano agganci non solo a Palermo ma anche ad Agrigento. Tanto che tra souvenir e abiti da destinare a Lampedusa per i mercati settimanali c'era la droga anche per l'isola dell'accoglienza. Ufficialmente gli ambulanti in Calabria arrivavano per caricare la merce da vendere, in realtà la loro missione aveva un duplice scopo.

Traffico di cocaina tra Lampedusa, Sicilia e Calabria: 14 arresti

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo –Direzione Distrettuale Antimafia, ha svelato che dalla Calabria arrivava soprattutto cocaina che dalla Calabria. Gli acquirenti erano i palermitani, poi, tramite pusher, veniva smistata nelle varie piazze.

I poliziotti hanno accertato che lo smercio dello stupefacente nelle varie province era garantito da una cerchia di corrieri, di professione commercianti ambulanti, pusher di fatto che, per la loro professione ufficiale, raggiungevano i mercati rionali senza dare nell'occhio. L’associazione trattava anche hashish e marijuana. I compiti erano ben suddivisi all'interno e tra i componenti c'era chi aveva il compito poi di comunicare con i referenti delle singole province di destinazione dello stupefacente.

In carcere sono finiti Giuseppe Bronte, palermitano 24 anni, Salvatore Bronte, palermitano 49 anni, Domenico Stilo, calabrese, 30 anni, Gaetano Rizzo, palermitano 31 anni, Emanuele Rizzo palermitano 33 anni, Francesco Portanuova, palermitano 34 anni, Davide Licata, agrigentino 32 anni, Salvatore Capraro, agrigentino 29 anni, Dante Parini, palermitano 52 anni, Vincenzo Terranova, 50 anni siracusano. Ai domiciliari è finito Calogero Vignera, agrigentino 35 anni, l'obbligo di dimora è scattato per Angelo Cardella, agrigentino 46 anni, Ivan La Spisa, 31 anni, Alessandra Pepati, palermitana 32 anni, Gianluca Gambino, palermitano 22 anni.

Nel corso delle indagini è emerso che, pur provenendo la maggior parte dello stupefacente dalla Calabria, non mancavano fonti di approvvigionamento locali, come per esempio, la piantagione indoor di marijuana scoperta e sequestrata in territorio di Villafrati nel 2017 e “curata” da un soggetto alle dirette dipendenze di uno dei principali esponenti dell’associazione.
Il pacco intercettato 
Inoltre sei chilogrammi di hashish spediti con un pacco postale sono stati sequestrati  da militari della guardia di finanza di Palermo in nota nota ditta di spedizione. Il plico, dal peso complessivo di 10 kg e proveniente dalla Spagna, aveva fatto scattare l'allarme perché riportava destinatario e luogo di consegna di fantasia. I militari, con l'ausilio di una unità cinofila, hanno ispezionato la scatola, trovato sei chili di hashish. Indagini sono in corso.

"Il traffico di droga è una piaga che attanaglia le piazze delle grandi città. Ci impegniamo a diminuire lo spaccio a valle con il controllo del territorio da parte della polizia. I protagonisti e i veri artefici di queste operazioni, volti che non si vedono nelle conferenze stampa, sono gli uomini e le donne della polizia", ha detto il questore di Palermo Renato Cortese.